LA STORIA DI ADRANO

LE ORIGINI DEL NOME

L’origine del nome del nostro paese, risale al 400 a.C. quando il tiranno Dionisio 1° di Siracusa fondò una fortezza chiamandola Adranon.
Questo perché nel luogo in cui venne costruita la fortezza c’era un famoso tempio custodito da cani, dove veniva adorato un dio di nome Adranos. Secondo la leggenda il dio Adranon, venerato anche in altre località siciliane, era seguito da un corteo di mille cani, che accoglievano festosamente gli ospiti, ma sbranavano i mentitori ed i ladri.
Durante l’età romana e precisamente dal 263 a.C. al 476 d.C. tale cittadina venne chiamata Hadranum.
Nell’età saracena che va dal 950 al 1075 venne chiamata Adarnù.
Successivamente, dall’età normanna in poi il nostro paese venne chiamato con diversi nomi quali:
Hadranum, Adernio e Adornò.
Solo nel 1929 venne definitivamente chiamato Adrano

LE ORIGINI DEL NOSTRO PAESE

Nel territorio di Adrano, i primi insediamenti umani si ebbero nel 4000 a.C. e precisamente nelle zone del mendolito, nei pressi del ponte dei saraceni.
Durante la preistoria, i primi abitanti si dedicarono prevalentemente alla caccia, alla pastorizia e all’agricoltura e successivamente al commercio di pietre quali la selce e la quarzite con cui si costruivano coltelli e punte di frecce.
Dopo questo periodo, in Sicilia si ebbe l’arrivo di popoli provenienti prevalentemente dalla Calabria, i quali, essendo molto evoluti, portarono nuove culture. Infatti con essi si incominciarono a costruire città circondate da mura, per meglio difendersi dai nemici.

PERIODO GRECO

Nel 400 a.C. i greci, avendo fondato Siracusa, cercarono di espandersi nell’entroterra siciliano,
arrivando fino ad Adrano, dove, distrutta la città preesistente , costruirono una città fortificata con mura alte, con torri e porte di bronzo.
Ad essa venne dato il nome Adranon . Del periodo greco, nel territorio di Adrano sono state ritrovate monete di rame,bronzo,oro e argento coniate ad Adrano ed altre coniate a Siracusa.

PERIODO ROMANO

Intorno al 263 a.C. i romani nel conquistare la Sicilia hanno anche occupato e distrutto la città di
Adrano.
Stabilitisi qui, hanno diviso il territorio di Hadranum dandolo a patrizi romani, i quali si
dedicarono esclusivamente alla coltivazione del grano.
In questo periodo i Romani per attraversare il fiume Simeto hanno costruito un ponte che poi è andato distrutto

PERIODO DI DOMINAZIONE GERMANICA

Non si conosce alcuna notizia storica, diretta e documentata, sulle condizioni economiche e sociali di “Hadranum” durante l’occupazione germanica che durò, in Sicilia, per mezzo secolo.
Gli abitanti di Hadranum in questo periodo preferirono vivere in “comunità” nelle campagne, lontano dai soldati germanici, come risulta da un’epigrafe in lettere greche del IV-Vsec., ritrovata in una località vicina al Simeto.

PERIODO BIZANTINO

Nel 535 sbarcarono in Sicilia i militari bizantini al comando di Belisario, che in pochissimo tempo liberarono la Sicilia dai barbari.
Adranion (così chiamata in età bizantina), a quanto ha scritto lo storico arabo Idrisi, ebbe notevole sviluppo urbano.
Idrisi scrisse che la città aveva terme, edifici pubblici, mercati ed una torre militare (probabilmente l’attuale castello).
I numerosi reperti bizantini attestano che gli abitanti di Adranion vissero per alcuni secoli serenamente.

PERIODO SARACENO (850-1070 d.C.)

Intorno all’ 850 si ebbe la dominazione dei Saraceni che erano un popolo di pirati.
Essi cambiarono il nome di Adranion in Adarnù. Si dedicarono principalmente alla coltivazione di ortaggi, cereali, fichi e mandorle, sfruttando molto le acque del fiume Simeto.
Per attraversare il fiume, costruirono un ponte sulle rovine di quello romano, che prese il nome di “Ponte dei Saraceni”.

PERIODO NORMANNO E SVEVO (1070-1266 d.C.)

Il periodo normanno cominciò intorno al 1070, con l’arrivo del gran conte Ruggero I d’Altavilla proveniente dalla Normandia.
Egli cacciando i Saraceni, conquistò la Sicilia e quindi anche il nostro paese, cambiando il nome da Adarnù in Adernò.
Il gran conte Ruggero I d’Altavilla donò la contea di Adernò alla nipote Adelasia.

PERIODO ANGIOINO (1266-1412 d.C.)

Crollato il dominio svevo, la Sicilia passò sotto il governo degli Angioini e Adernò diventò città demaniale.
Nel 1282, cacciati gli Angioini, Federico III (re aragonese), ripristinò la contea di Adernò.
Nel 1303 fu nominato conte di Adernò Matteo Sclafani, che diede alla figlia Margherita e al marito Matteo Moncada la città.

I Moncada guidarono le sorti di Adernò per oltre tre secoli.

PERIODO ARAGONESE (1412-1713 d.C.)

Dal 1482 al 1713 ad Adrano si ebbe il dominio degli Aragonesi o meglio della famiglia Moncada, proveniente dalla Spagna.
Gli aragonesi ad Adernò costruirono diverse chiese e monumenti che sono andati distrutti con il terremoto del 1693 e successivamente restaurati.
Fra questi ricordiamo: la chiesa di sant’Elia, di San Leonardo, di San Pietro, del Rosario con il convento dei Domenicani e quella di sant’Agostino con il convento che oggi è adibito a struttura sanitaria.

IL SETTECENTO

Quando la Sicilia passò sotto il dominio dei Borboni , Adernò fu compresa nell’area giurisdizionale di Randazzo.
In questo periodo allargò la sua espansione urbanistica da Piazza S. Pietro a Piazza Leone XIII, creando la sua prima via principale, cioè S. Filippo.
Fu uno dei centri più conosciuti dell’epoca, in cui operarono artisti famosi: Sozzi, D’Anna, Vasta, Pietro Novelli ecc., (fra gli artisti isolani) e alcuni pittori fiamminghi. Verso la fine del secolo fù utilizzato l’acquedotto Biscari (1760-1766) che permise l’irrigazione di molte campagne e lo sviluppo di un’economia agricola (agrumeti, frutteti, orti).

L'OTTOCENTO

Dal 1801 Adernò fu amministrata da un Consiglio civico e retta da un giudice.
Nel 1818 Adernò fu fatta capoluogo del Circondario Adernò, Biancavilla, feudi di Aragona, Carcaci, Miraglia.
Nel 1820, dopo il terribile terremoto del 20 febbraio, il duca di S. Martino, giudice del
Circondario, si adoperò per far riparare i danni materiali.
Nel 1832 soggiornò in Adernò Leopoldo Borbone, fratello di Ferdinando II re delle due Sicilie.
Il 14 luglio 1460, i Garibaldini trovarono Adernò vuota, ad eccezione di una donna che, come scrisse lo storico G.C. Abba, era affacciata ad un balcone,triste nel volto in modo tale da sembrare la Pia dei Tolomei.
Ad eccezione di una rivolta, che nel 1898 ebbe per protagonista un centinaio di donne, che dimostrarono contro il governo per la carestia, il secolo XIX in Adernò si chiuse serenamente.

IL NOVECENTO

Sono da ricordare gli anni che videro al potere il Partito Popolare, con a capo il Rev. Vincenzo Bascetta, che distribuì delle terre e fondò una Banca Popolare.
Nel 1929 Adernò cambiò il suo nome in Adrano; furono costruiti i bagni pubblici; fu realizzata la villa comunale.
Nella seconda guerra mondiale , i bombardamenti degli aerei e delle artiglierie anglo-americani
causarono molti danni materiali alla città e lutti alla popolazione.
Le vicende storiche legate alla fase repubblicana si ricollegano a quelle di tutti i comuni siciliani e italiani in genere.

Vogliamo creare una piccola galleria fotografica in modo tale da poter tramandare alle generazioni future qualche ricordo storico del comune di Adrano.

 

Hai delle foto storiche che vorresti pubblicare nella Galleria “Memorie” della Pro Loco di Adrano?

CONTATTACI.

PERSONAGGI ILLUSTRI DI ADRANO

Giovanni Petronio Russo

è stato un inventore, saggista e artista italiano. Ideò e costruì una tra le prime automobili stradali. Il primo prototipo di locomotiva fu costruita nel 1871 e  attraversò le strade di Roma sotto gli occhi di cariche istituzionali e di migliaia di curiosi.

Gianni Bonina

è un giornalista e scrittore italiano. È anche saggista e autore teatrale.

Pietro Branchina

è stato un compositore italiano. Figlio di due contadini, Nicolò e Grazia Di Fazio, dimostrò da bambino inclinazione verso la musica, che imparò da autodidatta fino ad essere capace a circa 11 anni di accompagnare all’organo i riti liturgici nelle chiese della città natale.

Guido Ballo

è stato un critico d’arte, docente e poeta italiano. Fu curatore di mostre, fra le quali quelle dedicate a Boccioni, Fontana e Munch. 

Giuseppe Guzzardi

è stato un pittore italiano. Autore di innumerevoli quadri, molti dei quali furono acquistati da gallerie straniere e si trovano attualmente all’estero. Partecipò anche a diverse mostre, ottenendo prestigiosi riconoscimenti anche internazionali. 

Turi Cariola

è stato un poeta italiano. Definito il « poeta-contadino », visceralmente legato alla sua terra, al paesaggio lavico del vulcano Etna, al paese natio di Adrano, alle tradizioni siciliane, con la sua poesia spontanea, vivace, fresca, ricca di spunti autobiografici, coglie i turbamenti e il destino comune dell’uomo contemporaneo. Attualmente molte sue opere sono conservate nell’Archivio storico del Castello Normanno di Adrano.

Carmelo Salanitro

Carmelo Salanitro è stato un insegnante e politico italiano. Fu un attivo sostenitore del movimento antifascista. A lui sono dedicati un premio artistico nazionale istituito dal liceo Cutelli, l’aula consiliare della provincia di Catania e l’Istituto Siciliano per la Storia dell’Italia Contemporanea, oltre a diverse vie cittadine della provincia di Catania.

Padre Dionigi La Mela

Dopo gli studi secondari nel corso dei quali dimostrò una spiccata attitudine alla pittura e all’architettura, dal 1937 al 1941 frequentò l’Accademia d’Arte Sacra “Beato Angelico” di Milano. Autore di innumerevoli opere artistiche religiose che si trovano nelle chiese di Messina e di Adrano.